Metti uno chef, ma non uno qualunque, uno che nel tempo, con la creatività e la simpatia che lo contraddistinguono, ha saputo guadagnarsi i consensi di un folto pubblico; aggiungi una location e un panorama degni del Grand Hotel Continental di Napoli. Mescola il tutto a fuoco lento per un paio d’ore: otterrai la ricetta perfetta dello show cooking di Alessandro Borghese, evento che si è svolto ieri 27 marzo in occasione della tappa napoletana dell’iniziativa Panorama d’Italia. Lo chef, che considera la cucina un atto creativo e spettacolare, si è cimentato in due preparazioni: un antipasto di bruschette di mare con fiordilatte, colatura di alici, vongole, cozze e pomodori del piennolo e gli “spaghetti alla moda di Nerano“, ricetta quest’ultima ereditata da suo zio Tonino (tenete presente che il padre i Alessandro è napoletano doc).
Alessandro ha confessato di essere un grande estimatore della cucina napoletana, soprattutto del cibo da strada: “E’un piacere passeggiare per strada e mangiare la tradizione. La friggitoria e la pasticceria napoletane sono veramente dei prodotti eccezionali che, meno male, sono rimasti immutati nel tempo”. Nel corso di un’intervista rilasciata al direttore di Panorama, Giorgio Mulè, il famoso chef ha parlato di “4 ristoranti” il nuovo cooking talent che sta conducendo: “Nella prossima edizione toccheremo la Campania, la Sicilia e la Calabria. Con questo reality sono volutamente ritornato per strada per sentire un po’ il polso della ristorazione italiana, rivolgere l’attenzione sia alle cose belle che alle cose brutte di questo mestiere (ad esempio le problematiche economiche relative alla gestione di un ristorante oppure le questioni relative alla pulizia, all’attrattività della location…). Insomma, questo è un reality sull’Italia che lavora. Ho riscontrato un livello medio-alto della ristorazione. Quando il livello non è medio-alto, si tratta purtroppo di pura e semplice improvvisazione, casi in cui la ristorazione diventa un’uscita di emergenza per chi non lavora, errore gravissimo se si considera che tutto il guadagno, tutto il lavoro del ristoratore si concretizza nel piatto del cliente”. Alessandro Borghese è, assieme a Bruno Barbieri e Lidia Bastianich, anche giudice di Junior Masterchef: “In Junior Masterchef si fondono elementi di gioco e elementi di sana competizione. Sono dell’opinione che non sia giusto tenere i bambini di 12-13 anni in una campana di vetro;questa è una competizione sana, divertente, educativa: i bambini spengono anche il fuoco dell’altro concorrente se si accorgono che qualcosa sta per bruciare”. Alessandro parla poi di altri chef famosi: “Mi sono confrontato più volte con Carlo Cracco: io sono romano e l’amatriciana la faccio senza aglio e senza cipolla; un piatto tuttavia è una libera interpretazione di chi lo cucina, il cuoco professionista deve poter anche sperimentare… Certo un po’ di tradizione ci vuole sempre (Carlo fa la cacio e pepe con la panna, io non ci penso proprio!”. Ale dispensa anche qualche consiglio sulla strumentazione da utilizzare in cucina: “La strumentazione in cucina è fondamentale: fare una lunga cottura, una brasatura, in una pentola di coccio che regge le lunghe cotture dà un valore aggiunto allo stufato o all’arrosto; spadellare in una pentola con il fondo in rame per determinati piatti (ad esempio la pasticceria) ha un suo perché”. Alessandro, che di amici chef sparsi nel mondo ne ha tanti, ha poi parlato di come all’estero viene percepita la cucina italiana: “La cultura enogastronomica italiana è tra le più ammirate al mondo. Dobbiamo accantonare il nostro individualismo e fare squadra per comunicare il nostro immenso patrimonio di eccellenze”. Il famoso chef ha infine espresso il suo punto di vista in merito all’EXPO: “Ho notato che è in questa splendida occasione è stato molto coinvolto il mondo dell’enogastronomia del nord Italia, avrei più piacere se si facesse più gruppo e fossero coinvolti i cuochi provenienti dal tacco d’Italia fino a Bolzano perché questa è un’imperdibile opportunità a cui nessuno può mancare. Faremo sicuramente una bella figura, tuttavia mi preoccupa cosa questo EXPO ci lascerà”.
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